Mantova, Palazzo San Sebastiano, secondo piano. La mia attenzione viene subito catturata da un affresco. O meglio, dall’acconciatura apparentemente anacronistica della figura in primo piano. Chi è questa fanciulla? Cosa rappresenta la sua iconografia? Qual è la sua storia?

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Occasio
Occasio e Poenitentia, bottega del Mantegna (dettaglio)

Mantova, Museo della Città

La ragazza dallo sguardo triste con la frangia e i capelli rasati è una divinità –“rara e nota a pochi” – che Mantegna (o qualcuno della sua bottega) ritrae seguendo quasi pedissequamente la descrizione che ne fa Ausonio:

  • la punta del piede sinistro è appoggiata su una sfera: è instabile, il suo equilibrio precario le impedisce di trattenersi;
  • il  destro è alzato: sta correndo;
  • le caviglie alate rendono più veloce la sua corsa incessante;
  • il ciuffo che porta sulla fronte ci permette di afferrarla;
  • ma nel contempo cela i suoi lineamenti e la rende difficile da riconoscere;
  • la nuca rasata, infine, la rende impossibile da trattenere: una volta che ci volta le spalle è persa.

Occasione si mostra raramente e per poco  tempo: solo chi sa riconoscerla e agisce con prontezza ha la possibilità di acciuffarla.

Quando Occasio s’invola senza essere colta, la mesta Poenitentia/Metanoea si trattiene con chi – per miopia o ignavia o esitazione – non ha saputo approfittarne prima che fuggisse.

Vestita a lutto o con le vesti stracce, è la dea che “esige le pene degli atti e dei non atti”.
Rappresenta il rimorso per quanto si è fatto e non si doveva e il rimpianto per quanto si doveva fare e non si è fatto.

Rw: ci troviamo a Pella, in Macedonia, nella seconda metà del secolo IV a.C.

Il mondo greco vive un momento di espansione e sviluppo tecnico e culturale.
Al governo c’è Alessandro, e il giovane re viene visto come l’incarnazione vivente della buona fortuna. È audace, tempestivo, maestro nel cogliere le opportunità e trarre vantaggio del turbine degli eventi.

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Kairos, copia romana dall'originale di Lisippo, Museo dell'Antichità, Torino
Kairos, copia romana dall'originale di Lisippo

Torino, Museo di Antichità

È in questo clima di ottimismo che il precursore di Occasione entra a far parte del pantheon.

Kairos personifica il momento opportuno, il tempo irripetibile dell’occasione, l’attimo fuggente in cui l’individuo può conquistarsi la possibilità di determinare la sua sorte.

Il suo schema iconografico è elaborato da Lisippo, lo scultore preferito di Alessandro: è nudo, alato ai piedi e alle spalle ed eccetto per le ciocche frontali – che ancora non gli nascondono il viso – il suo cranio è calvo. Nella sinistra impugna un rasoio a mezzaluna, su cui tiene in bilico una bilancia che fa propendere da un lato con l’altra mano.

Kairos celebra l’abilità decisionale dell’uomo.

L’opportunità è incerta, il tempo per soppesare le opzioni è breve e – anche se non è esente da rischi – la decisione va presa sul filo del rasoio e immediatamente tradotta in azione.

Ma a differenza dell’eroe antico – totalmente soggetto a un Fato inesorabile e ai capricci degli dei – l’uomo dell’età alessandrina scopre come emanciparsi dalla necessità: chi sa valutare con rapidità le circostanze e agire senza esitazione può costruire la sua buona sorte con le sue stesse mani.

Chi acciuffa Kairos si fa protagonista del suo destino,

Il tema di questa settimana è il primo dei quattro principi di Wiseman, la massimizzazione delle opportunità.

Se ti interessa seguirmi mentre esploro il tema della Fortuna, nei prossimi post ti racconterò perché i più fortunati hanno più successo nell’individuare Occasione come aumentare la probabilità di incontrarla :-)

Bibliografia e riferimenti

Il titolo del post è una parafrasi di Disticha Catonis II, 26: “Rem tibi quam scieris aptam dimittere noli: fronte capillata, post haec occasio calva” (Non lasciarti mai sfuggire ciò che sai essere opportuno per te: l’occasione ha i capelli sulla fronte, ma dietro è calva).
Per maggiori approfondimenti su Kairos/Occasione: